Ravello, Città della Musica, ha legato il suo nome e la sua fama a viaggiatori e artisti soprattutto dal nord Europa; il sublime che la contraddistingue è stato vissuto come sehnsucht, un sentimento consonante a tanta musica romantica e, in particolare, a quella di Richard Wagner che da questi luoghi rimase folgorato.
Il desiderio struggente per ciò che potrebbe essere e non è, o che mai sarà, ma cui l’immaginazione non sa rinunciare, sembra scaturire naturalmente dalle linee mosse del panorama e dalla luce cangiante che ne scolpisce i volumi per poi cancellarli e ricrearli senza sosta. E tanti nomi, in tante lingue, esistono per esprimere le emozioni che Ravello suscita; non solo sehnsucht, ma saudade e mélaina e appocundria. E anche, all’estremità opposta dello spettro emotivo, entusiasmo e jouissance.
Grazie ad un nuovo elemento architettonico arditamente differente dal contesto in cui sorge, l’Auditorium ‘brasiliano’ di Oscar Niemeyer, Ravello ci appare oggi ancor più come una janela, una finestra ultramoderna che si apre su un Mediterraneo potente e arcaico. Da qui, da questo luogo in cui il tempo e lo spazio hanno regole proprie, vogliamo porci in ascolto dei suoni di culture che muovono da altre geografie e da altre temporalità.
Maddalena Pennacchia
Responsabile del Progetto
MISSION